Approfondimenti

Gli haiku ai tempi del coronavirus

Suzuki Mitsukage 鈴木光影 (1986), haijin e blogger, in un articolo del 4 giugno (che potete trovare qui) fa il punto della situazione sullo stato dello haiku ai tempi del corona virus. Uno dei punti nodali della questione è: gli haiku composti a partire dal lockdown in poi a tema coronavirus, hanno caratteriste in linea con gli haiku pre-pandemia o assumono nuove sembianze e sfumature? Si può parlare di un sottogenere, definibile come “corona haiku”?

I decreti adottati dal governo nipponico, sebbene meno rigidi rispetto ad esempio a quelli di Cina o Italia, hanno comunque alterato significativamente il ritmo della vita a cui i giapponesi erano abituati. Le mascherine, il distanziamento sociale e altre simili precauzioni hanno contribuito a modificare le percezioni del quotidiano. La quarantena, soprattutto, ha portato a un isolamento con il mondo circostante, facendo provare un senso di estraniamento: nella propria casa tutto è sospeso nel tempo, fuori invece la natura procede inarrestabile. Per i poeti di haiku, che basano la loro poetica proprio sull’interazione e lo scambio tra soggettività e fenomeni stagionali, tale situazione ha avuto un forte impatto.

Nel passato recente, le catastrofi che hanno colpito il Giappone, come il terremoto del 2011, hanno posto l’attenzione a fatti di cronaca legati non solo all’esperienza dei singoli, ma di un’intera collettività, di un’intera nazione. La ricostruzione andava fatta da tutti, e uniti. E così nel mondo haiku si è sentita l’urgenza di esprimere tali sconvolgimenti, attraverso parole che riaffermassero “la forza di vivere”, piuttosto che la sopraffazione. I versi hanno assunto un ruolo di rivendicazione.

Nel caso del corona haiku, invece, l’affermazione di questa “forza di vivere” non è così evidente. La pandemia, infatti, ha coinvolto tutti, ma ognuno l’ha affrontata per conto proprio, nell’apatia dell’isolamento. Inoltre le conseguenze economiche del COVID-19 hanno visto esacerbare le disuguaglianze sociali, aumentando la distanza tra i “ricchi” e i “poveri”. Così nei corona haiku compaiono frequenti termini aspri, immagini amare o dure. Sono presenti parole che riconducono al disordine, allo scompiglio, all’imprevisto; appare un senso di nevrosi o di insofferenza; oppure toriawase fra una componente inerte e una in subbuglio; l’elemento stagionale si frammenta, è sfasato, è mescolato da espressioni di stagioni differenti o è filtrato da elementi virtuali e dai media, talvolta unico mezzo per affacciarsi al mondo esterno.

Forse è ancora presto per delineare il corona haiku come un sottogenere autonomo, ma è interessante notare come emergano dei tratti che sono emblematici di una condizione sociale ed esistenziale che al momento tutti noi stiamo vivendo.

Suzuki Mitsukage, per comprendere meglio il fenomeno, ha deciso di fare una selezione di corona haiku scritti da alcune fra le voci più fresche nel panorama dello haiku contemporaneo giapponese. A voi di seguito la versione italiana

 

Matsumoto Tefuko 松本てふこ

 

校庭のがらんと春の嵐かな

Kotei no / garan to haru no / arashi kana

 

vuoto nel cortile

della scuola e bufera

di primavera

 

出歩かず夫婦よく食ひさくら時

dearukazu / fūfu yoku kui / sakuradoki

 

senza uscire

gli sposi si sfamano bene –

tempo di fioritura

 

桜蕊降るよやましく外に出れば

Sakurashibe / furu yo yamashiku / to ni dereba

 

pistilli di sakura

cadono – il rimorso

se uscissi fuori

 

(01/04/2020 dal sito http://shiika.sakura.ne.jp/works/haiku-works/2020-04-11-20708.html

 

Kōno Saki 神野紗希

 

鮫よぎるテレビ会議の背景を

Same yogiru / terebi kaigi no / haikei wo

 

lo squalo nuota

sul fondale di una

conferenza TV

 

土舐める蜂為政者は紅茶飲み

Tsuchi nameru / hachi iseisha wa / kōcha nomi

 

la vespa lecca

la terra, lo statista

beve tè nero

 

保育園休ませて子と剝くレタス

hoikuen yamasete ko to muku retasu

 

asili nido

chiusi: sfogliare coi bimbi

le lattughe

 

(15/04/2020 da https://twitter.com/kono_saki/status/1250338400055349249

 

Nozarashi Nobuo 野ざらし延男

 

雑踏に乳母車ノブにウイルス

zattō ni / ubaguruma nobu /ni wirusu

 

nella calca

la maniglia del passeggino

con su il virus

 

ウイルスの紙皿廻す地球の宴

wirusu no / kamizara mawasu / chikyū no e

 

per il virus

girano piatti di carta:

baldoria della Terra

 

天国へとばすなウイルス清明祭

tengoku  e / tobasu na wirusu / seimeisai

 

non far volare

via verso il Cielo, virus:

festa degli antenati*

 

*si tratta della festa Seimei (in cinese: Qingming), festeggiata in Okinawa durante il periodo dell’equinozio di primavera. Durante questo periodo, si fa visita alle tombe di famiglia e si prega gli antenati.

 

(01/05/2020 dalla rivista di haiku “Tenkō” (俳句同人誌「天荒」), n. 66)

 

Ōshiro Sayaka大城さやか

 

無症状エタノール漬けの朧月

mushōjō / etanōru zuke no oborozuki

 

asintomatica

curata dall’etanolo

la luna nebulosa

 

咳一つ疑心暗鬼の目玉がギョロリ

seki hitotsu / gishin anki no / medama ga gyorori

 

un colpo di tosse

nei bulbi oculari torvi

appare il sospetto

 

コロナ禍のデジタル画面蠅生まる

korona ka no / dejitaru gamen / hae umaru

 

la pandemia

sugli schermi digitali

nasce una mosca

 

(rivista “Tenkō” n.66)

 

 

Articolo e traduzione dal giapponese a cura di Matteo Contrini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *