Approfondimenti

Haiku e altri mondi: Tokyo Godfathers

Tre haiku tratti dal film Tokyo Godfathers di Satoshi Kon.
Introduzione e selezione di Leonardo Lazzari.


Lo haiku pare essere un genere poetico al tempo stesso popolare e di nicchia: di nicchia nel suo essere realmente compreso, popolare nel fraintendimento che genera la sua misteriosa brevità.
Non di rado, da Oriente a Occidente, autori e artisti di ogni tipo si sono serviti della potenza emotiva degli haiku, o pseudo tali, per esprimere concetti e suggestioni difficilmente esplicitabili in altro modo.
Nella rubrica Haiku e altri mondi daremo un’occhiata ai media e ai lavori in cui il nostro genere preferito ha rivestito il ruolo di invitato speciale, cominciando da Tokyo Godfathers, film d’animazione del celebre regista Satoshi Kon.
In questa atipica opera natalizia  inno d’amore e speranza, che in un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà ci invita a credere in quel raggio di sole che, facendosi strada attraverso l’imponente grigiore che ci sovrasta, alla fine riuscirà a illuminarci e avvolgerci con il suo calore  assistiamo alle rocambolesche avventure di tre senzatetto scalcinati alle prese con una neonata trovata tra i rifiuti. Proprio uno di questi tre personaggi protagonisti, Hana, ex drag queen, utilizza la forma poetica dello haiku per sottolineare ed evidenziare alcuni degli snodi essenziali della vicenda.

 

dolce bambina
fiocchi di neve sulle tue guance
in questa notte santa

mia madre al freddo
mentre io sto partendo –
il viaggio è lungo

finisce l’anno –
i conti col passato
chiusi per sempre

 

Immagine: Tokyo Godfathers, 2003.

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